Condannato a sei anni di carcere Mouner El Aoual, 29 anni, detto “Mido”. Il ragazzo, di origini marocchine, era stato arrestato lo scorso 24 aprile dai Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale con l’accusa di attività finalizzata al terrorismo internazionale ed istigazione a delinquere aggravata.
Il 29enne era giunto in Italia molto giovane ed aveva qui vissuto di espedienti sino a quando, nove anni fa, aveva trovato ospitalità presso una famiglia di origini italiane, grazie ai rapporti di amicizia instaurati.
Già nel 2016 El Aoual era finito nel mirino dei Carabinieri, durante le indagini svolte a riguardo di un profilo Facebook che lasciava intendere una forte adesione alla compagine più radicale dello Stato Islamico. L’attività dell’alter-ego virtuale aveva destato preoccupazione, tanto da segnalarne il nominativo anche all’ente del FBI. Da tale profilo, chiamato “Salah Deen”, il lavoro congiunto degli investigatori aveva permesso di risalire ad un utente della piattaforma per conversazioni Zello ed infine ad un cellulare sito a Torino. Utilizzando simili media, secondo gli inquirenti egli avrebbe sostenuto la necessità di insorgere contro gli “infedeli” ed applaudito fatti di sangue legati all’ambiente terroristico.
Il lavoro di intelligence è stato coordinato dal Pubblico Ministero Enrico Arnaldi di Balme, che ha così convalidato l’accusa a Mido di aver svolto attività di proselitismo via internet. I medesimi accertamenti hanno dichiarato la famiglia ospitante estranea agli episodi contestati.
Il ragazzo, per il quale la Procura di Torino aveva chiesto ed ottenuto il giudizio immediato, era già stato sottoposto a lunghi interrogatori. Si ufficializza così la sentenza di terrorismo.